CENTRO DI PSICOTERAPIA COGNITIVA INTEGRATA

Disturbi dell’età evolutiva

Durante la crescita di ogni individuo avvengono numerosi ed importanti cambiamenti, fisici, comportamentali, affettivi ed emotivi.

Il bambino si trova ad affrontare importanti cambiamenti come la separazione da mamma e papà, l’inizio della scuola, il confronto con i pari, le prestazioni scolastiche o l’apprendimento di nuove regole.

Per qualcuno questo può essere faticoso o addirittura fonte di sofferenza: in questi casi il bambino può cominciare a manifestare segni di disagio. Questo disagio spesso non può essere espresso verbalmente e si manifesta prevalentemente a livello comportamentale, corporeo ed emotivo.

In età evolutiva appare importante distinguere i disturbi che riguardano lo sviluppo del sistema nervoso da quelli di origine emotiva e relazionale.

DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO

I disturbi del neurosviluppo vanno ad inficiare lo sviluppo del sistema nervoso durante la vita di un individuo, comprendono una grande varietà di categorie diagnostiche tra cui la disabilità intellettiva, i disturbi del linguaggio, i disturbi dello spettro autistico, i disturbi dell’apprendimento, i deficit di attenzione e i disturbi di iperattività.

  • Disabilità intellettive: disturbo dello sviluppo intellettivo www.disabilitaintellettive.it
  • Disturbo dello spettro dell’Autismo www.iss.it
  • Disturbo della comunicazione (disturbo di linguaggio, disturbo fonetico-fonologico, disturbo della fluenza, balbuzie, disturbo della comunicazione sociale, della pragmatica) www.genitoriconsapevoli.com
  • Disturbo da deficit di attenzione e iperattività – DDAI www.aidaiassociazione.com/adhd.htm
  • Disturbo specifico dell’apprendimento (dislessia, disortografia, discalculia, misto) www.airipa.it
  • Disturbi del movimento (disturbo dello sviluppo della coordinazione, disturbo da movimento stereotipato) www.aidee.it

DISTURBI DEPRESSIVI

Depressione Infantile

Il termine “depressione” è utilizzato per descrivere un gruppo di sintomi che portano a significativi cambiamenti nel tono dell’umore, nel pensiero e nel comportamento.

Questi sintomi includono tristezza, pianto, irritabilità, perdita di piacere/interesse per le attività quotidiane.

Un diverso sintomo del disturbo dell’umore che può sostituire la tristezza è la rabbia, che molto spesso è presente nei bambini depressi.

Le modificazioni cognitive causate dalla depressione includono scarsa capacità di concentrarsi e ridotte prestazioni nelle attività scolastiche. Sono presenti anche sentimenti di inutilità, colpa, mancanza di fiducia in sè stessi.

Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente

Riguarda bambini o ragazzi che manifestano una persistente irritabilità e frequenti episodi di estremo discontrollo comportamentale, in cui però c’è una chiara componente legata all’umore.

Si manifesta tramite espressioni verbali o fisiche di un estremo discontrollo: sono degli “sfoghi” verbali o comportamentali, di solito carichi di rabbia, caratterizzati da un’intensità, una frequenza e una durata che appaiono inappropriate rispetto alla situazione, e che non sono adeguati al livello di sviluppo del bambino o ragazzo.

Di solito la reazione dirompente (verbale o comportamentale) si manifesta a seguito di una frustrazione.

La reazione sul piano verbale può consistere in un’estrema rabbia espressa a parole in modo eccessivo e inadeguato; sul piano del comportamento invece può consistere in azioni fortemente aggressive e distruttive contro le cose, contro gli altri, ma anche contro se stessi.

DISTURBI D’ANSIA

Nei bambini può essere difficile distinguere tra ciò che è reale e ciò che è immaginario, un buon criterio per differenziare le normali paure da uno stato d’ansia patologico è fornito dall’impatto che tale stato d’animo ha sul comportamento abituale del bambino.

Se l’ansia è eccessiva per frequenza, intensità e durata, si può allora considerarla patologica.
Una classificazione dei problemi d’ansia in età evolutiva, può articolarsi come segue:

Sindrome Ossessivo-Compulsiva: la caratteristica essenziale di questo disturbo è costituita dalla presenza di ricorrenti ossessioni e compulsioni in misura tale da interferire con la normale routine di vita del bambino.

Le ossessioni sono pensieri, immagini mentali o impulsi che si presentano con frequenza e persistono per lunghi periodi.
Le compulsioni sono invece comportamenti che spesso accompagnano le ossessioni e che hanno lo scopo di prevenire il verificarsi di eventi temuti o di ridurre la tensione interiore. (Esempi: lavarsi in continuazione le mani, i denti o il corpo, il controllare ripetutamente oggetti dell’ambiente e ripetere alcuni comportamenti rituali). Lo scopo di tutti questi comportamenti è quello di annientare certi pensieri ossessivi e l’ansia che ad essi è collegata.

Disturbo d’Ansia di Separazione: Il bambino tende ad avere una reazione emotiva inadeguata al suo livello di sviluppo manifestando ansia eccessiva quando si deve separare dalle figure di riferimento. Può manifestare:

  • Preoccupazione non realistica circa incidenti che potrebbero capitare alle persone a cui il bambino è legato in maniera particolare, o la paura che esse vadano via e non ritornino.
  • Preoccupazione non realistica che qualche evento sfavorevole (smarrimento, rapimento, ricovero in ospedale, uccisione o morte naturale) possa separare il bambino dalle persone amate.
  • Persistente riluttanza o rifiuto di andare a scuola in quanto ciò comporta distacco e separazione dalle figure di attaccamento.
  • Persistente riluttanza o rifiuto di andare a letto e di dormire se non è presente nella stanza un
    genitore.
  • Persistente ed inappropriata paura di stare solo o comunque senza la figura a cui il bambino è particolarmente legato, anche per breve tempo.
  • Incubi ripetuti relativi alla separazione dai genitori.
  • Comparsa ripetuta di sintomi somatici (mal di testa, nausea, vomito, mal di stomaco) nelle occasioni in cui si verifica la separazione da una delle figure di attaccamento, per esempio al momento di recarsi a scuola.
  • Sofferenza eccessiva, ricorrente (che può manifestarsi con ansia, pianto, collera, tristezza, apatia o ritiro sociale) prima, durante o immediatamente dopo la separazione da una delle persone di riferimento.

Disturbo d’ansia sociale: disturbo caratterizzato da eccessiva timidezza nei confronti di persone poco familiari. La timidezza diventa così intensa da rendere impossibile, per il bambino, i normali rapporti interpersonali e porta ad evitare ogni contatto con persone con cui non sia in confidenza.
Il bambino appare, al di fuori della famiglia, socialmente isolato, timoroso, appartato. Teme di dire o fare cose che possano risultare imbarazzanti o umilianti.

Disturbo d’ansia generalizzata: disturbo caratterizzato da uno stato di eccessiva ansia e di preoccupazione immotivata ed irrealistica anche in assenza di particolari avvenimenti ambietali. Il bambino presenta spesso concomitanti manifestazioni somatiche (malesseri di vario tipo), un’eccessiva tensione e preoccupazione riguardo al proprio comportamento e richiede continue rassicurazioni senza le quali non riesce a portare a termine i propri impegni. La preoccupazione può riguardare eventi futuri (verifica scolastica o visita medica) o eventi già verificatisi (interrogazione, interazione con amici) situazioni nelle quali può essere messa in dubbio l’adeguatezza del comportamento tenuto. Il bambino ansioso può avere tendenze perfezionistiche che lo portano ad impiegare tempi eccessivi per il completamento di un compito o all’evitare certi impegni per paura di sbagliare.

Fobie specifiche: eccessiva e persistente paura nei confronti di particolari oggetti, animali o situazioni. Tale paura può interferire con il normale funzionamento dell’individuo e con la vita dei familiari. (Esempio: fobia dei cani).

Disturbo di panico: è caratterizzato dall’insorgere improvviso di uno stato d’intensa paura o terrore, spesso associato ad un senso di pericolo imminente o di minaccia. La sintomatologia è caratterizzata da astenia, capogiri e sensazione di testa confusa.
All’esordio del disturbo, generalmente gli attacchi di panico si presentano in maniera inattesa e imprevedibile, anche se nel corso del disturbo possono essere scatenati da situazioni o luoghi particolari. L’attacco di panico viene vissuto con un’intensa sensazione di angoscia che il bambino fa fatica ad esprimere verbalmente.

Mutismo selettivo: www.AIMUSE.IT

DISTURBI CORRELATI AD EVENTI TRAUMATICI E STRESSANTI

Disturbo reattivo dell’attaccamento e Disturbo da impegno socialedisinibito: in entrambi i disturbi, è presente il requisito diagnostico di trascuratezza sociale (ovvero l’assenza di accudimento adeguato durante l’infanzia; APA, 2013) e insorgono a causa di un ambiente caratterizzato da abusi e dall’impossibilità di sviluppare una relazione di attaccamento con il caregiver (per i frequenti cambiamenti dei caregivers affidatari).

Il RAD è espresso come un disturbo internalizzante con sintomatologia depressiva e comportamento ritirato.

Il DSED è caratterizzato da disinibizione e comportamento esternalizzante (APA, 2013). Questo disturbo si riferisce a quell’insieme di sintomi che appaiono come risposta protratta o ritardata ad una situazione stressante o ad eventi particolarmente traumatici (incidenti, calamità naturali, atti di violenza).

Di solito è presente uno stato d’ipereccitazione neurovegetativa, uno stato continuo di allarme e difficoltà a dormire. La tonalità emotiva può oscillare tra ansia e depressione. Tipico di questa sindrome è il riemergere di ricordi angoscianti attinenti all’esperienza traumatica, accompagnato da ottundimento emozionale e da diminuita reattività agli stimoli circostanti. Nel bambino più piccolo si possono notare giochi ripetitivi nei quali vengono rappresentate tematiche inerenti all’esperienza traumatica.

DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE

Anoressia nervosa: si può presentare nei bambini a partire dagli 8 anni e si caratterizza per il tentativo di perdere peso o di evitare l’aumento di peso tramite l’evitamento o la restrizione dell’assunzione di cibo, il vomito auto-indotto, ed altri comportamenti. Nel rifiutare il cibo i bambini possono sentire la paura di ingrassare, la presenza di una sensazione di pienezza e dolori all’addome.

Bulimia nervosa: compare durante la prima adolescenza e si caratterizza per la presenza di abbuffate che vengono sperimentate come incontrollabili. Di solito per evitare l’aumento di peso bambini e adolescenti utilizzano il vomito auto-indotto. Anche in questo caso la caratteristica centrale del disturbo è la preoccupazione per il peso e la forma del corpo che alimenta il tentativo di evitare l’aumento di peso.

Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo: caratterizzato da una significativa perdita di peso, evidenza carenza nutrizionale, uso di supplementi orali o alimentazione parenterale, tale condizione interferisce sul funzionamento psicosociale del bambino. I bambini presentano un disturbo dell’umore che si manifesta come una lieve depressione o un’ansia generalizzata e sembra che imparino a esprimere le difficoltà emotive attraverso il corpo all’interno dell’ambiente familiare.

Alimentazione Selettiva: si descrivono i bambini che limitano la loro alimentazione a una gamma ristretta di cibi preferiti; mangiano cinque o sei cibi differenti, spesso carboidrati come pane, patate fritte o biscotti. Quando il genitore tenta di ampliare la gamma di cibi il bambino reagisce con ansia e disgusto e può manifestare sforzi di vomito. Molti bambini possono rifiutare il cibo in base a caratteristiche sensoriali come il gusto, l’odore o il colore.

DISTURBI DELL’EVACUAZIONE

Enuresi: perdita involontaria e completa di urina durante il giorno e il sonno in un’età (5-6 anni) in cui la maggior parte dei bambini ha ormai acquisito il controllo degli sfinteri. E’ un problema frequente che interessa il 10-15% dei bambini a 6 anni e che tende il più delle volte a risolversi spontaneamente (incidenza solo dell’1% negli adulti). Per enuresi notturna non si intende però la saltuaria e sporadica emissione di urine durante la notte, ma questo problema deve presentarsi con una certa frequenza.

Encopresi: è un disturbo cronico, caratterizzato dall’emissione involontaria e spesso inconsapevole di feci. L’età di insorgenza è in genere quella scolare (6-8 anni). Il bambino che non controlla le feci è preoccupato per la sua incontinenza ed in genere le ore della sua giornata sono piene di ansia, senso di colpa, paura di essere scoperto o accusato; più di rado mostra un’apparente indifferenza al sintomo. Il disturbo si manifesta generalmente nelle ore diurne ed è più frequente nei maschi (3:1).

L’encopresi secondaria assume un carattere transitorio ed in genere assume una valenza regressiva, reattiva ad un disagio correlato ad episodi che riguardano la vita del bambino (separazione coniugale, nascita di un fratellino, ingresso al mondo della scuola, lutti).

DISTRUBI DA COMPORTAMENTO DIROMPENTE

Disturbo Oppositivo-provocatorio:i bambini presentano livelli di rabbia persistente ed evolutivamente inappropriata, irritabilità, comportamenti provocatori e oppositività, che causano menomazioni nell’adattamento e nella funzionalità sociale.
Disturbo della Condotta: La caratteristica clinica principale del Disturbo della Condotta è la sistematica e persistente violazione dei diritti dell’altro e delle norme sociali, con conseguenze molto gravi sul piano del funzionamento scolastico e sociale. I bambini e gli adolescenti con Disturbo della Condotta possono mostrare un comportamento prepotente, minaccioso o intimidatorio, innescare intenzionalmente colluttazioni, rubare affrontando la vittima, costringere l’altro fino all’abuso sessuale.

Bullismo: Le principali caratteristiche che permettono di definire un episodio con l’etichetta “bullismo” sono l’intenzionalità del comportamento aggressivo agito, la sistematicità delle azioni aggressive fino a divenire persecutorie (non basta un episodio) e l’asimmetria di potere tra vittima-persecutore.

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