Che cos’è il Disturbo Post Traumatico da Stress
Il Disturbo Post Traumatico da Stress si sviluppa in seguito all’esposizione ad un evento stressante e traumatico che la persona ha vissuto direttamente, o a cui ha assistito, e che ha implicato una minaccia all’integrità fisica e psicologica propria o di altri.
La risposta della persona all’evento traumatico comporta paura intensa, senso di impotenza e/o orrore (nei bambini questo può essere espresso con comportamento disorganizzato o agitato e irritabilità) e si caratterizza per i seguenti sintomi:
- Rievocazione dell’evento attraverso immagini, pensieri, percezioni ricorrenti e intrusive, incubi notturni, sensazione di rivivere l’esperienza (illusioni, allucinazioni, flashback). Nei bambini questo può esprimersi attraverso giochi ripetitivi in cui vengono espressi temi o aspetti riguardanti il trauma, disegni e/o sogni spaventosi senza un contenuto riconoscibile.
- Evitamento persistente degli stimoli associati all’evento: pensieri, sensazioni, conversazioni, attività, luoghi o persone che evocano ricordi legati al trauma.
- Attenuazione della reattività generale (anestesia emotiva): diminuito interesse per gli altri, senso di distacco e di estraneità, affettività ridotta, sentimenti di diminuzione delle prospettive future, riduzione marcata dell’interesse o della partecipazione ad attività che prima dell’evento procuravano piacere.
- Aumento dell’attivazione nervosa, con difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, incubi notturni, ipervigilanza, esagerate risposte di allarme.
- Reattività fisiologica intensa all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o che assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico (luoghi, odori, persone, etc.). La persona presenta costante ansia e aumento dell’arousal (eccitabilità, non riuscire a stare fermo,tachicardia, etc.)
- Alterazione delle funzioni cognitive ed emotive: sensazione di tristezza, ansia, difficoltà nella concentrazione, a ricordare episodi significativi legati all’evento traumatico, convinzioni o aspettative negative su se stessi, sugli altri e sul mondo “sono cattivo”, “non ci si può fidare di nessuno”.
- Irritabilità, scoppi di collera, aggressività, e/o gesti autolesivi
I sintomi del disturbo post traumatico da stress possono insorgere immediatamente dopo il trauma o anche dopo molto tempo con esordio tardivo e la sua durata può variare da un mese alla cronicità; per questo si rende necessario un intervento tempestivo.
Il trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress
Trattamento EMDR
Il trattamento del disturbo post traumatico da stress richiede necessariamente un intervento ed una delle metodiche recentemente sviluppate che si è dimostrata più efficace per l’elaborazione del trauma è l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) ovvero desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari.
E’ un trattamento psicoterapeutico, riconosciuto scientificamente a livello internazionale, che può essere integrato nei programmi terapeutici aumentandone l’efficacia.
L’EMDR utilizza la stimolazione dei movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destra/sinistra provocando una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali e si basa su un processo neurofisiologico innato, legato all’elaborazione dell’informazione.
Questo sistema porta gli individui spontaneamente verso la risoluzione del disagio associato ai traumi ma, in condizioni di stress, può accadere che questo meccanismo naturale di auto-guarigione si blocchi, impedendo la naturale elaborazione del trauma.
Così, le informazioni relative all’evento traumatico non si integrano con il resto delle esperienze, ma rimangono “bloccate” nel cervello con immagini, suoni, odori, pensieri, emozioni e sensazioni corporee che sono state vissute al momento dell’evento e, quindi, l’elaborazione si congela.
E’ come se l’esperienza stressante non potesse essere “digerita” e trasformata in un normale ricordo, quindi, provoca sofferenza psicologica. L’EMDRagisce proprio sugli eventi “congelati”, riattivandone l’elaborazione.
Durante la seduta EMDR il paziente rimane sempre cosciente e presente e, attraverso la stimolazione oculare, opportunamente guidata dal terapeuta, e associata con l’immagine traumatica, le convinzioni negative, le emozioni e le sensazioni corporee spiacevoli ad essa associate, avviene la rielaborazione dell’informazione fino alla completa risoluzione dei sintomi.
Con le sedute di EMDR i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico subiscono una desensibilizzazione, quindi perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento; l’immagine cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, così come le emozioni e le sensazioni fisiche si riducono di intensità.
Chi ha fatto terapia con EMDR riferisce di sentire il ricordo dell’ esperienza traumatica come parte del passato ed il ricordo cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta e viene vissuto in modo distaccato, come fosse un “ricordo lontano”, non più disturbante dal punto di vista emotivo, registrando immediatamente una forte diminuzione delle emozioni e sensazioni corporee sgradevoli ad esso associate che generano sofferenza.
Non è facile prevedere la durata di un trattamento con EMDR, questa dipenderà dal tipo di problema, dalle circostanze di vita, dal numero di eventi traumatici subiti e dalla loro entità; potrà essere molto breve, 4 o 5 sedute, oppure durare molto di più, in particolare per problematiche complesse, cui non è facile accedere.
A chi è rivolto:
L’EMDR viene usato da psicoterapeuti esperti, opportunamente formati nell’elaborazione del trauma, ed è un trattamento adatto ad adulti, adolescenti e bambini.
Particolarmente indicato per chi:
- Ha subito piccoli e grandi traumi nell’età dello sviluppo, i cui effetti perdurano ancora nel presente (esperienze di derisione, abbandono o minaccia di abbandono, aver subito violenza fisica e/o verbale da un genitore, abuso sessuale, etc.);
- Ha vissuto esperienze comuni stressanti (lutto, malattia cronica, aborti, perdite finanziarie, conflitti coniugali, cambiamenti destabilizzanti, atti di bullismo, etc.) e continua a stare male;
- E’ sopravvissuto o ha assistito ad eventi traumatici estremi (terremoti, e inondazioni, incidenti gravi, suicidi, omicidi, etc.).
- Lavora a stretto contatto con il pericolo e con la morte: ci sono delle professioni che sono costantemente esposte a situazioni altamente stressanti come i soccorritori, medici in emergenza, chi lavora nei cimiteri, etc. che, anche se non vivono l’esperienza direttamente, ne subiscono tutti gli effetti.
Efficacia del trattamento emdr
Dal 1987, anno della sua scoperta, ad oggi, sono stati effettuati numerosi studi controllati sull’efficacia dell’EMDR su diverse popolazioni cliniche, sufficienti a raccomandarne la sua applicazione in ambito clinico, in particolare su soggetti con Disturbo da Stress Post-Traumatico.
La ricerca scientifica che si è attivata sull’EMDR è stata così imponente che, nel 2000, la Society for Traumatic Stress Studies lo ha inserito nelle sue linee guida come la terapia più supportata dalla ricerca per far elaborare il trauma psicologico.
Nel 1995 è stato inserito fra i trattamenti di efficacia dimostrata (evidence based) e con evidenze empiriche solide stilato dal Dipartimento di Psicologia Clinica dell’American Psychological Association ed è riconosciuto come strumento di terapia elettivo per il trauma nelle linee guida di molti paesi.
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
In associazione alla psicoterapia, a volte, è indicato l’uso di farmaci. In genere si tratta di antidepressivi che da soli non appaiono mai risolutivi ma procurano solo un sollievo temporaneo dei sintomi, pertanto si consiglia sempre un intervento parallelo di psicoterapia individuale.
TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE
Anche la terapia cognitivo comportamentale è risultata di valida efficacia nell’elaborazione del trauma e prevede l’applicazione di diverse tecniche:
- esposizione all’evento traumatico attraverso la rievocazione di immagini ed il racconto dell’esperienza in tutti i suoi dettagli: odori, persone, luoghi;
- identificazione dei pensieri che la persona si è creata in risposta all’evento, come ad esempio “sono impotente”, “sono fragile”, “non ce la farò mai” ;
- identificazione delle emozioni negative in risposta al trauma come paura intensa, tristezza profonda, angoscia e come queste siano collegate a cambiamenti del corpo attraverso sintomi fisici di varia natura come dolori cronici, mancanza d’aria, tachicardia, etc.;
- ristrutturazione cognitiva dei pensieri distorti a favore di pensieri più adattivi positivi e realistici: si fa vedere al paziente come in uno stato di sofferenza la mente compia errori logici ingigantendo il problema, vedendo tutto in termini di bianco o nero, etc.
- tecniche di rilassamento e controllo del respiro che alleviano lo stress.