CENTRO DI PSICOTERAPIA COGNITIVA INTEGRATA

Psicofarmacologia

Il ruolo degli Psicofarmaci

La psicofarmacologia, una branca della farmacologia, studia come i farmaci influenzano il cervello e il comportamento.

I farmaci agiscono su quelle sostanze endogene già presenti nella neurochimica del cervello (neurotrasmettitori, neuromodulatori e ormoni) e possiedono specifici effetti e siti d’azione.

Attualmente siamo arrivati a un significativo avanzamento nel trattamento farmacologico di disturbi psicologici, permettendo ai soggetti affetti da tali patologie di condurre vite molto più “normali” di quanto lo sarebbero state in passato.

Gli psicofarmaci si suddividono in ansiolitici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore e antipsicotici.

Questa suddivisione ha il pregio di far comprendere a grandi linee le caratteristiche principali di ciascuna categoria di psicofarmaci, ma va tenuto a mente che all’interno della stessa categoria ci sono differenze, anche importanti, tra un farmaco e l’altro e, soprattutto, che molti psicofarmaci hanno indicazioni terapeutiche multiple.

Gli psicofarmaci devono essere assunti sotto il controllo dello specialista psichiatra e possono essere prescritti in associazione alla psicoterapia per:

  • gestire sintomi gravi, quali deliri e allucinazioni nelle psicosi che rendono di fatto impraticabile il solo intervento psicoterapeutico;
  • gestire gli stati psichici di forte disorganizzazione (stati confusionali, stati dissociativi) che spesso hanno immediato rischio di suicidio;
  • ridurre l’impatto della depressione e i sintomi associati quali l’anedonia, la mancanza di volontà, i sintomi somatici, i deliri di rovina tipici del paziente depresso grave;
  • per aiutare il paziente ad uscire dall’isolamento e per metterlo in condizione di collaborare attivamente allo sforzo psicoterapeutico;
  • alleviare i sintomi dell’attacco di panico (paura di morte, di impazzire o di perdere il controllo) e controllare i disturbi fisici e psicologici che accompagnano i disturbi d’ansia permettendo al paziente di concentrarsi più serenamente sui suoi conflitti o sulle sue difficoltà emotive e comportamentali;
  • rinforzare alcuni comportamenti appresi durante la psicoterapia (ad esempio un ansiolitico può aiutare il paziente ad apprendere meglio le tecniche di rilassamento);
  • ridurre gli sbalzi d’umore eccessivi come accade nel disturbo bipolare;
  • alleviare i disturbi del sonno che talvolta accompagnano altri disturbi psichici;
  • controbattere gli stati disorganizzati di alcuni disturbi di personalità;
  • controllare gli stati di agitazione psicomotoria.

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