La valutazione psicodiagnostica rappresenta un momento particolare e delicato dell’incontro tra paziente e clinico.
Si identifica come un processo ben definito di raccolta di informazioni, finalizzato a cogliere ed individuare clinicamente la natura e le caratteristiche del disagio riportato dal paziente, al fine di sviluppare una diagnosi e comprendere il funzionamento globale della persona.
Per raccogliere i dati utili a formulare una valutazione psicodiagnostica si utilizza il colloquio clinico, uno strumento che permette di far emergere attraverso il dialogo la storia del paziente, la sua sfera di vita relazionale, familiare, interpersonale, la sintomatologia e il modo in cui il paziente vive le difficoltà che lo hanno condotto dal clinico.
Oltre al colloquio clinico ai fini della valutazione diagnostica sono utilizzati i test psicodiagnostici, strumenti standardizzati che possono essere auto somministrati dal paziente o somministrati dal clinico per integrare le informazioni raccolte durante il colloquio ed ottenere dati oggettivi e misurabili circa la personalità o specifiche aree di funzionamento del soggetto.
Esistono diverse tipologie di test psicodiagnostici: test di personalità, test proiettivi, test cognitivi, ecc.
I risultati ottenuti dai test psicodiagnostici vengono rielaborati con i dati raccolti e osservati durante il colloquio clinico, al fine di mettere in evidenza il funzionamento del soggetto, la presenza di eventuali problemi di adattamento, le sue risorse psicologiche e la necessità di un eventuale trattamento.
Sulla base di quanto descritto, la valutazione psicodiagnostica conduce, al termine del suo processo, alla formulazione di una diagnosi.
La diagnosi consiste nell’identificazione della natura della sintomatologia riportata dal paziente e, qualora venga rilevato, del disturbo ad essa correlato.
La diagnosi può essere effettuata mediante diversi sistemi di classificazione dei disturbi mentali.
Attualmente il manuale più usato a livello internazionale è il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5).
La valutazione psicodiagnostica non si limita tuttavia alla mera classificazione dei sintomi o all’inquadramento di un disturbo.
Tenendo conto della complessità e dell’unicità di ogni individuo, si propone infatti di giungere ad una comprensione psicologica del funzionamento del paziente, dei suoi aspetti cognitivi, emotivi e relazionali.
Il centro Inpsico predispone una specifica procedura di valutazione psicodiagnostica che consiste in:
- una/due sedute di colloquio clinico;
- una seduta per la somministrazione di una batteria di test;
- un colloquio finale di restituzione, in cui il clinico condivide con il paziente quanto emerso dalla valutazione psicodiagnostica.
