CENTRO DI PSICOTERAPIA COGNITIVA INTEGRATA

Terapia di coppia

La terapia di coppia aiuta le coppie a migliorare la comunicazione, la fiducia reciproca, l’espressione dei propri bisogni, favorendo una migliore intimità.

La terapia di coppia è indicata nei casi di conflittualità, di difficoltà di comunicazione, nei momenti di crisi o per favorire anche un sereno distacco della coppia.

Ci sono evidenze sempre maggiori a supporto del fatto che il “conforto accudente” offerto dalle relazioni intime protegge da malattie fisiche e psichiche e migliora la capacità di recupero dallo stress.

Il modello di terapia adottato è quello cognitivo con l’integrazione di aspetti centrali della Terapia Focalizzata sulle Emozioni.

Entrambi questi modelli danno grande importanza alla teoria dell’Attaccamento di John Bowlby.

Questo modello integrato si occupa del funzionamento interiore dei soggetti e delle dinamiche che intercorrono tra i partner.

Integra un focus intrapsichico su come le persone elaborano le proprie esperienze con un focus interpersonale relativo a come i partner organizzano le interazioni in schemi e cicli.

Inoltre, considera in che modo le dinamiche di coppia, le esperienze interiori ed il senso di sé, vengono evocate e sono in un rapporto di causa ed effetto le une con le altre.

Il primo scopo della terapia è accedere alle risposte emotive sottostanti il modello di interazione di ciascun partner – spesso ristretto e tenuto rigidamente – e rielaborare le stesse: in questo modo, si favorisce uno scambio di posizioni orientato verso accessibilità e responsività: i “mattoni” fondamentali di un legame sicuro.

Il secondo obiettivo della terapia è la creazione di nuovi eventi di interazione che ridefiniscano la relazione come fonte di sicurezza e conforto per ciascun partner.

Rielaborare l’esperienza interiore serve per espandere il contesto interpersonale (per esempio, quando il marito scopre che sua moglie è disperata e non maligna come lui sentiva).

Strutturare nuovi eventi di interazione, a sua volta, amplia e ridefinisce l’esperienza interiore di ciascun partner.

Il comportamento di un partner è considerato nel contesto del comportamento dell’altro e come risposta allo stesso.

In un certo senso, ciascun coniuge è visto come il creatore delle reazioni dell’altro, spesso senza averne alcuna consapevolezza.

All’interno di una tipica relazione disadattiva, quindi, ritiro e indifferenza incoraggiano critiche e richieste eccessive e viceversa.

Una coppia è tanto vitale quanto più sa vivere il conflitto come occasione di confronto e mutamento della propria relazione, ma spesso c’è il timore che il conflitto distrugga la coppia stessa e si preferisce sopravvivere nell’insoddisfazione piuttosto che rischiare un cambiamento.

Ci sono quindi molti modi per evitare il cambiamento:

  • negare l’esistenza stessa del disagio;
  • interruzione della comunicazione in tutte quelle aree che sono causa di disaccordo;
  • spostare il conflitto su altre questioni;
  • attribuire sempre all’altro la responsabilità di come vanno le cose e considerare il proprio comportamento come una conseguenza del comportamento dell’altro.

Si può spesso creare una spirale di attribuzione di colpa reciproca e quindi il comportamento che fa soffrire i soggetti si perpetua.

Si può uscire da questo circolo vizioso iniziando a ragionare in modo diverso e invece di incolpare, la persona può cercare di mentalizzare gli aspetti che spiegano il comportamento altrui.

Questo significa guardare le cose dal punto di vista delle conseguenze future piuttosto che da quello delle cause passate.

Nel momento in cui il terapeuta aiuta i partner ad ampliare e riorganizzare le rispettive esperienze interiori, l’espressione di tali esperienze implica poi una nuova presentazione di sé, un nuovo modo di relazionarsi con il partner che, a sua volta, sarà portato ad avere nuove reazioni.

In altre parole: nuove esperienze creano un nuovo tipo di dialogo, e dal nuovo dialogo hanno origine nuovi eventi di interazione.

Tali eventi, poi, costituiscono nuove fasi e introducono nuovi schemi nella dinamica della coppia.

Come aveva notato Freud: “Non siamo mai così privi di difese davanti alla sofferenza come nel momento in cui amiamo“.

È il modo in cui le risposte emotive – per esempio la paura – sono inibite, rinnegate e distorte che porta alla disfunzione.

Il terapeuta, pertanto, anziché insegnare ai partner a essere diversi, valida le loro esperienze e reazioni.

Le persone, quindi, invece di essere considerate generalmente imperfette, sono viste come fossero bloccate in determinati stati emotivi coinvolgenti e in cicli di interazione auto-rinforzanti.

I partner sono immobilizzati in certi modi di elaborare, organizzare e regolare le esperienze emotive, così come in determinati modi di relazionarsi l’un l’altra.

Si suppone che, date le rispettive esperienze, i soggetti abbiano ragioni logiche e valide per reprimere elaborazioni e interazioni emotive con il coniuge.

Il compito del terapeuta è quello di afferrare la “razionalità nascosta” dietro risposte apparentemente distruttive o irrazionali.

Bowlby riteneva che ciascun modo di rispondere al mondo esterno potesse essere adattivo; come ha suggerito anche Rogers, è solo quando questi modi diventano rigidi e incapaci di evolvere, in risposta a nuovi contesti, che nascono i problemi.

PRESENTI SU:

Ordine Psicologi Marche
INPSICO
PSICOTERAPIA COGNITIVA INTEGRATA

Acquaviva - Castelfidardo (AN)
Via Che Guevara, 79/b
+(39) 349.1435998   modulo di contatto

Condividi sui Social :)

Facebook

Questo sito utilizza cookie tecnici, per le statistiche e di terze parti.
NON utilizziamo cookie di profilazione. Puoi avere i dettagli visitando l’informativa estesa sui cookie e l’informativa privacy